Il
Super Hornet nasce da una rivisitazione del progetto di grande successo
dell’ F/A 18 Hornet. Pur tenendo fede al disegno originale, con
ala alta e doppio impennaggio verticale, tanto che a prima vista
potrebbero essere scambiati, il Super Hornet e’ pero’ molto diverso
dal suo predecessore. Fusoliera piu’ lunga, diverso disegno delle
prese d’aria, ala piu’ larga con conseguente aumento della superfice
alare del 25%, nuove superfici lerxs, tailerons piu ‘ grandi, vari
interventi alla avionica etc. etc...
La nuova fusoliera, allungata ed
irrobustita ha portato ad ottenere altro spazio per il
carburante dando alla macchina un raggio d’ azione piu’ ampio, ma
soprattutto, in combinazione con l’irrobustimento del carrello e l’
allungamento dell’ala, ha permesso agli ingegneri di poter dotare
l’aereo di un pilone in piu’ per carichi esterni.
Avendo inoltre a
disposizione anche motori piu’ potenti, l’aereo puo’ decollare a pieno
carico. Il Super Hornet e’ entrato in servizio con l ‘ US. NAVY nel
1999 nelle due versioni E / F. La prima e’ monoposto, mentre la seconda
e’ biposto.
Dalla versione F e’ nata la versione G conosciuta come
Growler per la guerra elettronica che sostituira’ l’ A6
Prowler.
Il
modello : La Revell ha immesso sul mercato due kit
riguardanti il soggetto in questione. Una versione base ed una versione
F.
Montare il tutto richiede pazienza, aggiustamenti, prove a
secco, molto stucco, colla ciano e parecchio olio di gomito,
senza poi contare le numerose reincisioni di pannelli persi durante
questa lunga e noiosa fase. Per quanto riguarda l’abitacolo ho usato
direttamente quello del kit , in quanto riporta un bel dettaglio tutto
in rilievo, mentre mi sono avvalso dell’ after market solo per i due
seggiolini eiettabili.
Personalmente ho scelto la versione F, in quanto il foglio decal
permette di riprodurre uno special color dei diamond backs, cosi’
colorato in occasione dei 50 anni dalla formazione del vfa 102
imbarcato
sulla kitty hawk. Non essendo un maniaco delle misure e dimensioni, non
saprei dirvi se la riproduzione in scala del modello e’ fedele, ma una
cosa e’ certa : la scomposizione della fusoliera, ali e parte anteriore
e’ veramente incredibile, chissa’ se non si poteva fare di meglio?
Ai carrelli sono stati aggiunti i tubi dei
freni ed altre piccole cose
mentre i pozzzetti sono stati solamente verniciati di bianco e lavati
con colori ad olio per dare loro il giusto senso di profondita’.
Ho
invece rifatto completamente il gancio di arresto, aiutato in questo da
una bella foto trovata sul web.
Avendo deciso di posizionare le
semiali esterne piegate verso l’alto, si e’ reso necessario un lavoro
di dettaglio che riproduca, seppur grossolanamente, la cerniera a
tastiera che permette il ripiegamento delle ali a bordo delle
portaerei per ridurre l’ingombro.
Completata la fase di costruzione ed
assemblaggio sono passato alla verniciaura e invecchiamento.
Il
modello e’in tps, ma data la facilita’ con la quale i colori perdono le
loro caratteristiche, la differenza fra i vari grigi e’ quasi nulla. La
scelta dei colori e’ caduta sui Gunze, in quanto trovo che si
diluiscano molto bene con del semplice alcol denaturato senza
lasciare tracce od aloni e si applicano ad aerografo molto
facilmente anche a bassissima pressione.
Visto l’ottimo
accoppiamento fra le vertical fins e la fusoliera, per facilitare tutto
il lavoro di colorazione, ho deciso di verniciarle a parte e montarle
solo all’ultimo momento, con i carrelli ed i carichi esterni, a modello
ormai finito. A proposito delle vertical fins e delle bande colorate
sulle ali e sul dorso della fusoliera, ho preferito verniciarle invece
di usare le grosse decal che troviamo all’interno del kit. A onor del
vero il lavoro e’ molto piu’ laborioso e difficile ma secondo me il
risultato e’ molto piu’ realistico. Ho proceduto, prima di tutto, al
taglio di tutti i fregi romboidali e delle bande bianche che si trovano
sulle decal, in modo da applicarli poi sulle zone colorate ad
aerografo. Dopo una
scrupolosa ricerca e varie prove effettuate su
pezzi di scarto, ho deciso di usare il Gunze H 327 che mi e’ sembrato
il piu’ simile al colore originale. A questo punto sono iniziate le
difficolta’ dovute al complesso lavoro di mascheratura, risolto con
molta pazienza ed attenzione nel rispettare tutte le linee di
demarcazione fra i vari colori. Comunque, a lavoro ultimato, penso di
aver ottenuto un buon risultato.
Il lavoro di invecchiamentio e’ invece
proseguito senza problemi. Dopo aver schiarito la parte centrale di
tutti i pannelli superiori e scurito tutte le parti inferiori soggette
ad eccessiva usura e trafilaggi, ho steso su tutto il modello un paio
di mani leggere di lucido acrilico. Ad asciugatura perfettamente
avvenuta sono passato ad un lavaggio ad olio con un grigio scuro sulle
parti superiori e con un bruno Van Dick su quelle parti che risultano
piu’ sporche di olio. Attesi una quindicina di minuti, ho tolto
l’ecceso con una carta non assorbente insistendo di piu’ su alcune
parti e meno in altre, fino ad ottenere il risultato voluto. Al termine
di questa fase ho applicato le numerose decal e tutti i fregi che avevo
precedentemente ritagliato.
Passata una leggera velatura grigia su
tutte le decal, per smorzare l’eccesiva saturazione del colore, ho
aerografato su tutto il modello due mani di opaco Model Cote Humbrol
come finitura finale. Il lavoro si e’ concluso con il montaggio dei
carichi esterni, del canopy, dei carrelli, e come dicevo prima degli
impennagi verticali. La basetta e’ stata tagliata con il seghetto
alternativo da un pezzo di compensato marino e ricoperta con un stampa
di Verlinden riproducente una parte del ponte di una portaerei. Devo
dire che il lavoro, nel suo complesso, e’ stato abbastanza impegnativo
ed ha richiesto diversi mesi di lavoro, visto anche il poco tempo
libero a disposizione che i vari impegni quotidiani mi permettono
di avere.