Le
altre fasi costruttive, le trovi nell' indice lavori
Fin dall’inizio il dilemma è stato tra
una realizzazione statica, dinamica o parzialmente dinamica. Andando
avanti il modello è stato sempre più visto come statico.
Tra le idee primigenie c’era anche l’intenzione di fare gli ascensori
per gli aerei tra l’hangar interno ed il ponte di volo sovrastante,
alzabili.
Abbandonata l’idea è rimasta però l’intenzione di collocare uno dei 2
ascensori in posizione abbassata in modo da dare un po’ di dinamismo al
modello.
Questo però comporta che una zona dell’hangar sia visibile. Abbiamo
deciso quindi di realizzare una porzione dell’hangar dall’estremità
prodiera che coincide con il punto di discesa dell’ascensore anteriore,
che in pratica ha una sezione su 3 lati che coincide proprio con la
forma della pedana abbassabile che è quasi carenata in una struttura
che comprende le cremagliere usate per i movimenti di salita/discesa.
Sul lato sinistro l’hangar si allarga e prosegue così fino a poppa,
dove si trova l’altro ascensore che invece noi faremo in posizione
alzata.
Poco a poppavia dell’accesso all’hangar proveniente dal barcarizzo 1,
l’hangar è sezionabile con una specie di saracinesca scorrevole
lateralmente e che normalmente, in occasione di visite istituzionali o
quant’altro, chiude l’accesso alla parte mezzana e di poppa dell’hangar
stesso.
La zona da noi riprodotta è questa.
Non è esattamente in scala, per evitare di tagliare troppo le ordinate
dello scafo ed anche le pareti sono state parzialmente accessoriate con
qualche “licenza”, dal momento che non sarà facilissimo poter sbirciare
all’interno a modello finito, anche se abbiamo intenzione di
illuminarlo, come per le altre zone chiuse.
La struttura è di legno compensato da 1 e 2 mm, rinforzato in certi
punti da tralicci.
L’interno è stato poi rivestito di fogli di plasticard da 2/3 decimi
attaccati con colla bicomponente al legno e sono state immediatamente
praticate le aperture necessarie. Alcune porte presenti sulla nave sono state
riprodotte in posizione chiusa, per semplificarci la vita.
Fatto questo, usando fogli di plasticard di vari spessori nonché barre
sempre di plasticard di varie forme e sezioni, abbiamo iniziato a
dettagliare l’interno con canalette, tubi, discendenti ecc. Un lavoro
particolare fatto sempre con plasticard è stato quello della sagomatura
della zona che attornia l’ascensore, dove vari cassoni costituiscono
una sagoma quasi avvolgente, nella quale sono inserite le strutture
dove agiscono le cremagliere.
Queste parti sono state realizzate con delle sezioni di ottone ricavate
da prodotti di ferramenta, fascette da elettricista in plastica e
l’immancabile plasticard tagliato e sagomato.
Sono state montate queste componenti ed una ulteriore
carenatura in legno che delimita la parte posteriore di dritta
dell’ascensore.
Tutta questa zona corrispondente alla discesa dell’ascensore, per
ridurne la visibilità dall’alto, se avvistati da ricognitori avversi, è
verniciata in nero opaco, a differenza del resto dell’hangar che è
dipinto di bianco invece, per aumentare la luminosità dal momento che è
un’area anche di lavoro. Fatto questo, è sorto il problema di “pavimentare”
l’hangar che ha un fondo simile al ponte di volo con gli stessi punti
di rizzaggio. Sempre per il fatto che sarà celato a modello finito, si
è scelto di semplificare questo aspetto, usando una riproduzione
fotografica del ponte di volo che abbiamo già realizzato.
Questo
rivestimento in carta non interessa la parte dell’ascensore, perché qui
andrà montata la pedana dello stesso che è stata “tagliata”
direttamente dal metallo del ponte di volo. Verrà poi fissato ad 1 cm.
circa dal fondo.
Quindi abbiamo realizzato in profili di plasticard a
“L” la saracinesca che delimita la zona verso poppa e dove termina il
nostro manufatto. Poi vi verrà appesa una bandiera della Marina
Militare come fanno di solito sulla nave in occasione di visite.
Viene completato l’allestimento delle pareti con cavi e canalette
elettriche, idrauliche, cassette varie, porte parafiamma, nonché una
rastrelliera con i serbatoi sub-allari degli AV8-B, un condizionatore
ecc. I serbatoi sono stati riprodotti in resina partendo
da un
originale del Kit Hasegawa.
Le pareti sono state completate anche della scritta VIETATO FUMARE, e
dalla cartellonistica antinfortunistica, realizzata su fogli decal
della Bare-Metal. Sul lato di dritta in corrispondenza della porta che
conduce al barcarizzo, realizzata chiusa, abbiamo voluto mettere un
serbatoio, presente in alcune foto prese all’interno dell’hangar della
nave. Si è partiti da un cilindro di legno, rivestito di platicard e
rifinito con profili sempre di plasticard. Il serbatoio è montato su
delle mensole in profilato, anch’esso ovviamente fatto di
plasticard.
Le pareti sono state completate con il montaggio di simulacri delle
plafoniere neon.
Le luci reali saranno in led montate su una copertura ancora da
“inventare” .
Nell’integrare l’hangar allo scafo con il ponte del modello, dovranno
essere montati i fermi che mantengono l’ascensore chiuso sul punte, in
sicurezza.
Auto costruito un prototipo con numerosi componenti di
plastica, si è realizzato uno stampo in gomma siliconica e sono stati
riprodotti in numero sufficiente, essendone montati parecchi,
immediatamente sotto il ponte di volo e che l’ascensore abbassato
lascia ben esposti in vista.