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altre fasi costruttive, le trovi nell' indice lavori
MODELLO DELLA PORTAEREI
GARIBALDI
ZONA MANOVRA POPPA E RIMESSE PILOTINE
La zona di manovra di poppa è senza dubbio al momento la
parte più difficile tra quelle sin qui realizzate del nostro modello
del Garibaldi. A lavoro concluso possiamo anche
tranquillamente asserire di aver fatto un grave errore a non aver
realizzato l'intera zona come blocco esterno! Avrebbe
semplificato di molto il lavoro ma soprattutto avrebbe evitato alcuni
problemi di accoppiamento tra le varie parti realizzate separatamente e
poi assemblate ed avrebbe risparmiato l'esposizione alla polvere per un
lungo periodo della zona, in attesa del lavoro in altre aree.
Ad ogni modo il risultato ed il lavoro svolto pensiamo
meriti di essere visto. Lo scafo in quella zona estrema di
poppa è stato realizzato in legno pieno, pane e burro nell'opera viva.
La parte superiore si presenta con le ordinate in compensato, rivestito
di resina su tamponatura in polistirolo, come nel resto del
modello.
All'estremità di poppa è
presente una casamatta sulla quale va posizionato l'Oto-Melara
antiaereo.
La vera e propria zona di manovra è quindi realizzata montando tutta
una serie di attrezzature, aspi, bitte, argani, nonché le colonnine di
supporto del soffitto, approntate in precedenza, diciamo di “serie” dal
momento che si ripetono un po' in tutte le aeree di manovra.
Particolari spesso stampati in resina con master realizzati tempo
fa. Altri
accessori, come un gancio per il traino, presente solo in questa
zona è stato realizzato ad hoc.
Importantissimo
è stato il lavoro sulle varie
pareti, della zona. Uno
sforzo progettuale non indifferente è stato necessario per definire le
altezze delle stesse pareti, che hanno funzione portante per i solai,
che ovviamente debbono corrispondere nell'altezza delle parti coperte e
scoperte che si presentano in questa area, con le passerelle dello
specchio di poppa che debbono andare poi a coincidere con la casamatta
antiaerea dell'estremità di poppa e con l piazzole di dritta e babordo
che successivamente dovremmo raccordare con le passerelle ai 2 lati
dello scafo. Diversi rifacimenti e compromessi sono stati necessari in
questa fase; per questo dicevamo che sarebbe stato meglio concepirlo
come blocco unico da montare una volta finito, direttamente sull'opera
viva in legno pieno. Sperando che il tempo non evidenzi problemi di
tenuta tra materiali diversi, con colle bicomponenti e mastici, la
struttura come in tutto il modello è composta di tavoletta di legno
compensato rivestito da fogli di plasticard per facilitare il montaggio
sulle pareti di una pletora di cavi, tubi, cassette, altoparlanti
ecc.!!
Le
foto disponibili hanno permesso
di avere una documentazione più che
sufficiente. In particolare le 2 pareti laterali della casamatta, e la
parte dello specchio di poppa in alto, alla base dell'attacco del ponte
di volo, sono completamente a vista. Quindi non abbiamo risparmiato sui
dettagli. Queste pareti sono quelle che hanno dato i problemi maggiori
di accoppiamento con lo scafo. Certe situazioni potranno essere risolte
definitivamente, speriamo, solo con il fissaggio del ponte di volo e
delle passerelle laterali allo scafo. Ovviamente sulla casamatta andrà
posizionata la torretta Oto-Melara. Sulla murata superiore è presente
il supporto su cui andrà montato il GPS di puntamento
dell'antiaerea.
E' stato necessario
realizzare 2
angolari che
vanno sostenere le
passerelle dello specchio di poppa e che si dovranno raccordare con le
fiancate. Hanno una funzione portante oltre che estetica. Le 2 estremità delle
fiancate sopra la linea
di galleggiamento, sono caratterizzate dalle aperture per le rimesse
delle 2 pilotine, dotate di montacarichi per la messa in acqua. I 2
recessi aperti nello scafo, hanno subito diversi rimaneggiamenti per
poter trovare il modo di sistemarci le strutture costruite
autonomamente, e montate con tanto di solaio già incorporato. Questo
lavoro risulta estremamente caratterizzante per il modello secondo
me.
Le strutture
di compensato qui sono state
lavorate ognuna in piano,
rivestita di plasticard, per poi essere incollate e finite come corpo
unico ed indipendente. Una volta definita la realizzazione del soffitto
della zona di manovra, sono state incorporate nello scafo. Le 2 aeree
sono molto diverse una dall'altra, sia nella larghezza che nel modo di
raccordarsi con lo scafo a causa della asimmetria dello stesso. Più
problematica è stata quella di sinistra.
Vari armadi e
contenitori per bombole sono
collocate nel vano
imbarcazione di sinistra. Anch'essi realizzati in plasticard, partendo
come documentazione dalle sole foto, mancando quindi delle dimensioni
effettive.
E
poi è stata la volta dei solai/soffitti, ricca come nessun'altra zona
del modello di dettagli intriganti, oltre alle travature di rinforzo,
realizzate normalmente con dei profili ad “I” in polistirene, della
Evergreen. Passacavi in particolare sono presenti nel soffitto della
zona di manovra. Questo soffitto è stato realizzato in 2 parti separate
anche per facilitarne il montaggio. In questi soffitti sono stati
realizzati dei fori per montare delle lampadine per illuminare la zona,
altrimenti troppo buia, come nei barcarizzi e nelle altre zone di
manovra. L'installazione di questo soffitti è stata resa più complessa
dal passaggio dei cavi e del cordame, che abbiamo dovuto infilare negli
appositi passaggi, prima del fissaggio e poi tirarli.
Le
2 rimesse per le imbarcazioni come detto sono asimmetriche e di
conseguenza lo sono anche le rispettiva coperture, caratterizzate in
particolare dal motore di sollevamento e dai paranchi, per la messa in
acqua delle lance che verranno realizzate in seguito. Come gli altri
solai i tratta di un foglio di plasticard, con le travature in profili
ad “I” ed il resto completamente auto-costruito, con ampio uso di
cavetti e fili elettrici e di computer, o di stagno quando serve
morbidezza. Certe tubature che debbono essere perfettamente dirette,
sono state realizzate in tubetti di ottone di vari diametri.
Alcune
immagini delle varie componenti assemblate allo scafo, al
qualche viceversa mancano ancora dei dettagli, contribuisce a dare
un'idea dell'effetto finale. Il modello vuole essere rappresentato
operativo, con alcuni segni di invecchiamento e si è puntato
onestamente più al risultato di insieme che non alla perfetta
esecuzione e dimensione (per altro impossibile da ottenere mancando le
misure effettive di molti particolari) di ogni dettaglio. Non so se le
foto riescono a rendere merito al lavoro compiuto.