Premiata Officina Meccanica di
Precisione CUCCHI
Tanti
anni fa le aziende, per fregiarsi di qualche onoreficienza, inserivano
nella
propria ragione sociale il termine “Premiata”, indipendentemente dal
fatto che
i Premi fossero stati effettivamente ricevuti o acquistati. A
quell’epoca si
rifanno le riproduzioni del nostro socio Franco Cucchi, che di premi
modellistici ne ha effettivamente ricevuti e quindi a ragione, può
fregiarsi di
questo aggettivo e di fatto è il gerente di un’officina del tempo
libero, dalla
quale escono delle meraviglie meccaniche. Meccanica di precisione, di
oreficeria diremmo.
Il
nostro Franco con un’attrezzatura in verità abbastanza contenuta: un
tornio
autocostruito, un trapano con relativa colonna, attrezzi manuali e
tanta, tanta
capacità, riproduce ormai da anni gli oggetti dei suoi sogni, collegati
ai
ricordi di un’infanzia contadina, quando i trattori nei campi erano
abbastanza
rari, da costituire delle vere e proprie attrazioni per i ragazzini e
gli
adolescenti. Poterne guidare uno, addirittura rappresentava l’apoteosi.
Ed
allora Franco, che nella vita poi si
occupa d’altro, ha ripreso questa sua passione ed i
trattori ed altre
macchine agricole ha iniziato a costruirsele in scala. Questo è un tipo
di
modellismo che non si improvvisa! Ci vogliono una serie di conoscenze
della
meccanica, acquisite non importa come, ma padroneggiate, per saper
leggere e
interpretare quella poca documentazione
che si può trovare specie sul web, in materia di macchine
agricole
d’epoca, come filmati e foto; per capire, in base alle tecnologie
disponibili
nelle varie epoche, cosa era plausibile aspettarsi, passando un po’
oltre alla
perfezione delle scale quando non si hanno delle misure, per arrivare
al
nocciolo del funzionamento, dell’azionamento e quindi dell’animazione
del
modello, che di fatto è in tutto e per tutto una Macchina, con la M
maiuscola.
Osservare
questi modelli animati di vita propria, scaturita da un motore a
scoppio
autocostruito piuttosto che da una caldaia a vapore alimentata da un
bruciatore,
anche per chi è digiuno di meccanica è affascinante! Anestetizzati come
siamo
dall’elettronica che ci induce a pensare che azionare qualcosa è banale
e
comunque dovuto ad una specie di bacchetta magica che risiede nel chip,
rimaniamo affascinati nel vedere queste macchine di 30, 50 o 60 cm.,
cercando
di comprendere, il nesso tra azione e reazione indotta a questi
meccanismi, per
altro miniaturizzati, che sfruttando leve, catene, prese di forza,
sfiatatoi,
valvole sbuffanti, sono obbligate a muoversi dalla potenza
autogenerata. Franco
Cucchi autocostruisce completamente le proprie riproduzioni, a partire
dal
motore che sia a scoppio o a vapore. E già questo per me è sufficiente
per fare
un inchino, togliendomi il cappello.
Le
macchine che prendiamo in considerazione in questo articolo sono 3
soggetti,
assolutamente originali e molto diversi tra di loro.
E’
una specie di macchina uscita da qualche sogno sgangherato fuori dal
tempo. Un
imponente trattore a cingoli costruito dalla Holt con una ruota
sterzante
anteriore, azionato da una caldaia a vapore a sua volta prodotto da un
bruciatore che nell’originale era alimentato a nafta pesante, mentre
nel suo
modello, Cucchi ha optato per un’alimentazione a GPL, di facile
accensione e
azionamento. Il GPL è contenuto in un serbatoio affiancato a quello
dell’acqua,
dislocati tra le travi del telaio; la trasmissione avviene mediante
catene ed
ingranaggi. L’ispirazione e la fonte di documentazione proviene dal
web, dove è
disponibile diverso materiale fotografico, sull’unica replica in
dimensioni
autentiche di questa macchina, riprodotta in California
da Don Hunter,
grazie al ritrovamento dei
disegni originali, presso la Caterpillar, che negli anni incorporò la
defunta
Holt. Tutti i dispositivi meccanici sono in bella vista come
nell’originale,
dal che si deduce che nella progettazione di queste macchine, la
sicurezza
degli operatori, non era una priorità. Se fosse stata impiegata oggi,
ci
sarebbe stato spazio e motivo, per affiggere almeno 300 cartelli di
segnalazione di pericolo!
Nel
modello di Franco, lungo circa 60 cm e del peso di circa 15 Kg., come
detto
tutti questi movimenti, per mezzo di catene e quant’altro invece, sono
una
specie di dimostrazione “multimediale” per tornare al 2012, di come
funzionano
tutta una serie di dispositivi.
Nel suo incedere la macchina ha ovviamente il
rumore ed anche il fischio volendo, di un treno a vapore. Si muove su
cingoli
con pattini in legno, come l’originale, che operava normalmente su
terreni piuttosto
acquitrinosi e questo facilitava una certa “galleggiabilità”. Per le
sterzate
di ampio raggio si innesta a leva, lo sterzo al volante servoassistito
meccanicamente, che trasmette la sterzata alla ruota metallica
anteriore,
attraverso una vite senza fine. Per le sterzate strette o per ruotare
su se
stesso, il trattore ovviamente sfrutta il blocco alternato dei cingoli,
mediante due frizioni che possono essere azionate separatamente.
L’apparato
propulsore è dotato come nell’originale di preriscaldatore dell’acqua
attraverso
lo sfruttamento del vapore residuo e di
un regolatore di giri; nel modello Cucchi ha inserito una doppia regolazione
aria/gas, per dosare
la potenza e per contenere la rumorosità che non era invece presente
nel
trattore vero.
Questa
macchina Holt, aveva una sua grande limitazione residente nel fatto che
l’acqua
veniva immessa in caldaia per mezzo di una pompa che prendeva forza
dalla
trasmissione,
pertanto
a trattore fermo la pompa si fermava e quindi
veniva
meno
la
possibilità di avere potenza sufficiente, per consentire prese
di forza
esterne
per l’azionamento di altri dispositivi, come una trebbiatrice o
quant’altro. Di conseguenza poteva essere utilizzato solo per i traini,
come un
aratro, un carro ecc.Durante
la nostra prova “su campo”, è stato attaccato un aratro al trattore che
ha
raccolto parecchia erba dal prato in verità, dimostrando così la sua
piena
operatività.
Il modello, fedele all’originale in tutto questo, ha numerosi punti per la lubrificazione e l’ingrassaggio dei tanti organi meccanici in movimento. Ma tutto questo “alcuni digitali” non sanno nemmeno cosa sia! Per la costruzione ci è voluto un anno e mezzo di “piacevole” lavoro.
In
questo caso parliamo di un trattore dalle sembianze di un.. trattore.
Il
modello dotato di motore a scoppio, ripeto auto-costruito, riproduce il
primo
trattore a testa calda prodotto in Italia, parecchio prima del Landini.
Oltre
alla documentazione fotografica, nel caso specifico il nostro si è
avvalso
delle misure dedotte dal modello di questa macchina, pubblicato in
dispense
dalla Hachette, per realizzare un formato in scala 1 a 7. La ditta
Bubba inizò
la sua attività verso la fine dell‘800, quando Pietro Bubba avviò la
produzione
di trebbiatrici. I figli iniziarono a costruire trattori dopo la Prima
Guerra
Mondiale, usando motori di propria produzione, montati su telai di
trattori
americani. L’UT3 è stato il primo trattore interamente costruito dalla
Bubba
che però da lì a pochi anni sarebbe fallita; proseguì poi l’attività
ritornando
al settore delle trebbiatrici con il marchio Bubba-Arbos. Di fatto
l’UT3 pur
con il suo primato, era una macchina nata vecchia: non era dotato di
radiatore!
Il raffreddamento avveniva tramite una vasca con acqua, contenuta sopra
al
motore, vicino al serbatoio della nafta con la quale era alimentato il
motore.
L’acqua così riscaldata evaporava e di conseguenza si era costretti a
rabboccarla frequentemente, con tutti i problemi derivanti dalla difficile reperibilità
dell’acqua nel fondo
dei campi di allora, specie nei climi del Sud Italia. La Landini con i
suoi
innovativi modelli, avrebbe soppiantato presto i trattori Bubba.
Qualche
ricordo dei Bubba ancora sopravvive in chi da ragazzino, partecipava
alla
trebbiatura nelle nostre campagne, insieme al ben più lieto ricordo dei
ricchi
pranzi che si facevano in quei giorni da “batte” a base di oca e
vincisgrassi.
Il
modello di Cucchi è mosso come detto da un motore autocostruito
interamente su
progetto proprio, non riconducibile a motori “veri”, di 26 cc.
alimentato a
GPL, contenuto in un serbatoio posto all’interno del telaio ovviamente
metallico. E’ dotato di trasmissione con cambio/invertitore e frizione.
L’ultimo
modello preso in considerazione è un Case, antesignano quindi dei Case
New
Holland (CNH) che si costruiscono oggi a Jesi. E’ una macchina prodotta
a fine
‘800 con caldaia a vapore, dotata di un bruciatore alimentato a carbone
di
legna nell’originale, sostituito nel modello di Cucchi da un bruciatore
alimentato ad alcool, con tutta una tempistica per portare la caldaia
in
pressione, che non consente una grande “sveltezza” diremmo; per potersi
“animare” richiede una pressione di esercizio di circa 4 chilogrammi.
Il vapore
così prodotto trasmette il moto alle ruote posteriori attraverso una
trasmissione a cascata di ingranaggi. L’inversione di marcia, come in
tutte le
macchine a vapore avviene attraverso l’inversione di 180° della
distribuzione;
si avvale di un principio fisico che è sempre lo stesso, tanto per gli
originali,
come per i modelli.
Il trattore originale in questione era condotto da due persone: un macchinista ed un fuochista, proprio come nei treni! A cui d’altra parte assomiglia, non fosse per le ruote metalliche tacchettate. Il modello invece una volta in pressione viaggia anche da solo; la sua velocità infatti richiede che il modellista lo controlli con lo sterzo solo di tanto in tanto.
Oltre
a questi tre modelli Franco Cucchi ha realizzato parecchie altre
riproduzioni,
sempre riferite al mondo dell’agricoltura e del movimento terra,
diverse della
quali sono state esposte alle mostre dell’Associazione Modellisti
Chiaravallesi
o portate in giro per tutta la regione, in occasione di sagre, feste o
rievocazioni di pratiche agricole, sempre riscuotendo un successo di
pubblico e
la simpatia della gente. Il sentimento di nostalgia degli anziani per
le
vecchie macchine e la curiosità dei
più
giovani, sono accomunate dall’ammirazione di tutti per la maestria
delle
realizzazioni, amplificata se ce ne fosse stato bisogno dalle
dimensioni miniaturizzate, che conferiscono alla finezza delle
costruzioni
ancora più fascino.