Siamo
appena tornati dalla visita al 7° Reggimento Aves “VEGA” di
Rimini e quindi le sensazioni provate ci sono ancora addosso.
Come per
tutte le altre visite effettuate a reparti delle Forze Armate, siano
esse Aeronautica, Marina o come in questo caso, per la prima volta, un
reparto dell’Esercito, la sensazione che almeno io sento a pelle è
quella di trovarmi in un posto dove il tempo si sia fermato.
Mi
riferisco all’approccio con il personale militare nel contesto di una
installazione militare. L’educazione e il formalismo che si riscontra
che durante il servizio di leva avevo odiato, mi fa sentire in un
ambiente “pulito”, educato appunto, dove l’approccio interpersonale è
si cordiale ma con quella correttezza formale nel rivolgersi l’un
l’altro che è diventata purtroppo d’altri tempi. Il politically correct
ora non esiste più; il modo di parlare, a partire dai telegiornali per
arrivare al modo di esprimersi dei politici, è condito oggigiorno da
una cafonaggine e da una maleducazione, che dagli ambienti militari è
fortunatamente bandita.
Venendo alla visita, debbo dire che abbiamo
trovato un ambiente particolarmente disponibile, fin dai primi contatti
per l’inoltro della richiesta di visita che è stata disbrigata
celermente e puntualmente.
L’aeroporto,
ora civile, di Rimini che ospita il 7° reggimento è dotato
di amplissime installazioni militare tutto attorno al suo perimetro che
ospita i vari reparti di volo che compongono il reggimento, a sua volta
inquadrato nell’unica brigata aviotrasportata del nostro Esercito, la
Brigata Friuli con comando a Bologna. L’altro reggimento
elicotteristico della Brigata, il 5° “Riegel” si trova a Casarsa della
Delizia, in Friuli.
Purtroppo la giornata non sarà benedetta da attività di volo perché
parecchi elicotteri sono già fuori, per un’esercitazione al poligono di
Foce del Reno. Come ci è stato spiegato nel breve ma esaustivo briefing
che ha aperto la nostra visita, il 7° Rgt. costituito nel 1996, poggia
attualmente su tre Gruppi di volo: il 25°, il 53° ed il 48°, oltre ai
reparti comando e logistici. Il 25° “Cigno” è equipaggiato con i veri e
propri “muli” dell’aria, l’Agusta-Bell 205, un elicottero che è
indissolubilmente legato come un’icona alla guerra del Vietnam, per chi
appartiene alla mia generazione di cinquantenni.
I piloti
di questo reparto, guarda caso i più anziani del Reggimento,
semplicemente adorano questa macchina, come traspariva anche dalle
parole del Maggiore che ha tenuto il briefing iniziale.
Abbiamo avuto
la fortuna di assistere ad alcuni controlli di routine che alcuni
specialisti eseguivano su un esemplare e tutto il personale si è
prodigato in spiegazioni.
Anche il
Maresciallo che ci ha
fatto da Cicerone è un pilota di 205 e ne parla come di un vecchio
collega, ora che entrambi stanno avvicinandosi al termine della loro
carriera operativa. Questo elicottero sembra portare su di se le
“stimmate” di tutte le missioni all’estero cui l’Italia ha partecipato
da 30 anni a questa parte e sotto certi punti di vista è ancora il
non-plus ultra, tanto che le linee di montaggio alla Bell sono ancora
aperte, dopo quasi 50 anni di produzione.
Per spostarci dal 25°al 53° Gruppo di volo “Cassiopea”, siamo dovuti
risalire in macchina, per arrivare alla zona militare dell’Aeroporto
“Fellini” immediatamente a sud dell’aerostazione civile.
Durante il
tragitto abbiamo potuto osservare, con una certa tristezza, tutte
quelle strutture aeroportuali, dagli shelter ai locali servizi, tipici
dell’epoca della guerra fredda, così vintage come si usa dire,
parzialmente abbandonate o in pessimo stato di manutenzione.
I
tagli dei bilanci militari e soprattutto la mancanza di quella mano
d’opera a buon mercato che forniva il servizio militare di leva, si
sono ripercossi pesantemente sulla manutenzione, specie di quelle
strutture non più strategiche.
Quindi in questo angolo “storico”
dell’aeroporto, una volta sede del 5° Stormo caccia, troviamo ad
attenderci un manipolo di militari che ci accompagnano nel walk-around
del AB-412.
Questa
macchina, un’evoluzione del AB-212 con
rotore quadripala, è già un passo successivo nella scala evolutiva
dell’elicottero rispetto al 205, ben rappresentata in tutta la sua
estensione dai vari modelli in linea di volo con il 7° Rgt..
Una
macchina molto vissuta di questo tipo, è parcheggiata all’esterno del
hangar e può essere aggredita dalla nostra curiosità che ci porta a
sederci a turno a fianco di un pilota che ci spiega vita morte e
miracoli di questo elicottero che a tutt’oggi è il nerbo della funzione
trasporto della brigata aeromobile.
Anch’esso come il 205
può essere allestito in vari modi e rivoltato come un calzino, da
assetto trasporto fanti dell’aria, al soccorso barellato, al trasporto
pesante di cose sistemate all’interno o sospese al di sotto, attraverso
l’aggancio baricentrico presente in scocca.
Proprio
mentre eravamo in questa fase della visita il cielo si è coperto,
penalizzando un po’ la qualità fotografica ma a vantaggio di qualche
bello scatto di aerei civili che intanto continuavano il loro
andirivieni, con lo scenografico e suggestivo sfondo del Monte Titano,
incombente all’orizzonte verso occidente.
Risaliti
in auto, facciamo tappa nella zona di sviluppo della base, sul
lato ovest, dove saranno concentrate in futuro tutte le installazioni
militari, lasciando il lato est dell’aeroporto all’espansione
commerciale della struttura. Qui gli shelter in cemento armato della
guerra fredda sono sottoposti ad ampie modifiche per quanto riguarda
l’accesso e contemporaneamente è in corso di realizzazione un nuovo,
enorme hangar metallico,
destinato ad accogliere il futuro della
componente trasporto del Reggimento e dell’Esercito stesso:
l’elicottero frutto della collaborazione italiana al consorzio
Eurocopter, cioè il magnifico e poderoso NH-90. Le prime
macchine sono state consegnate al reparto meno di un anno fa e odorano
ancora di nuovo. Anche in questo caso ci è stato permesso di
“radiografare” l’esemplare gentilmente collocato all’esterno. Esse
andranno a sostituire gradualmente gli AB205 e i 412. Il nostro
Maresciallo pilota “anziano” si è leggermente defilato in questa fase.
Qui l’agone è riservato ai giovani; infatti con una corretta politica
di sviluppo, la transizione su queste macchine viene concessa solo a
quel personale non in “rottamazione” passatemi il termine, cioè con una
residua vita volo, tale da giustificare la spesa che l’istruzione,
conseguente ad una conversione del genere comporta.
Dobbiamo
pensare che l’NH-90 è una macchina con piattaforma
completamente digitale, fly-by-wire che i “vecchi” difficilmente
assorbono, come quando un papà si siede davanti ad un video gioco,
pensando di competere con il proprio figliolo.
Questo
elicottero a mio modo di vedere è bellissimo e l’hanno capito tutti,
visto che viene utilizzato anche come trasporto VIP.
E’
poderoso, con un ampio portello di carico posteriore, in grado di
portare fino a 12 passeggeri non in assetto da combattimento. E’ dotato
di tutte le “diavolerie” elettroniche moderne, come un
joystick che consente di pilotare gli spostamenti
dell’elicottero in overing, posizionato sul montante del portellone
lato verricello. L’abitacolo di pilotaggio, al quale in verità non è
molto agevole sedersi, è impressionante come dotazione e rivaleggia per
linea, secondo me, con il cruscotto di un’auto di lusso.
Solo
osservandolo è possibile capire l’evoluzione che la tecnologia
ha avuto dalla nascita del 205. La “carrozzeria” di quest’ultimo in
alluminio è tempestata di rivetti; quella dell’NH-90, in materiali
compositi è liscia come quella di un’autovettura.
Solo le
blindature in
kevlar aggiunte ad entrambi le macchine, a protezione dell’equipaggio,
in qualche modo le accomuna.
A questo
punto non ci resta che vedere, ultimo ma non ultimo per
interesse, il mezzo in dotazione del 48° Gruppo “Pavone”, che fornisce
la componente d’attacco del 7° Reggimento, il grintosissimo AW-129
“Mangusta”.
Questo elicottero caratterizzato dalla sistemazione biposto in tandem
di pilota ed addetto all’armamento è impressionante, ricorda un
“porcospino” per le tante appendici che rivestono la cellula
estremamente sottile ma così robusta.
Nel muso domina
l’impianto del cannone da 20 mm. a tre canne di tipo “Gatling”, con
sistema di puntamento in grado di interagire con un sistema ottico in
dotazione all’armiere.
I due
piloni laterali
sono predisposti per una serie di carichi bellici anticarro, tra cui il
missile TOW e/o una vasta gamma di razzi. E’ possibile installare per i
trasferimenti più lunghi anche dei serbatoi ausiliari. I due abitacoli
sono dotati di display e strumentazione digitale,
replicata nelle due postazioni, così da consentire, con alcune
limitazioni, il pilotaggio anche dalla postazione dell’armiere, in caso
di emergenza.
Foto 38
Numerosi
sono i sensori ottici, laser e
radar di difesa, in grado di azionare automaticamente il rilascio di
flares di disturbo per missili antiaerei. Le
varie condizioni di missione prevedono l’impiego tattico del Mangusta
come scorta per gli altri elicotteri da trasporto del reparto. Il 48°
Gruppo ha in dotazione anche un paio di AW109 da
collegamento che purtroppo non abbiamo visto. In verità ne abbiamo
visto transitare uno, del reparto di volo della Guardia di Finanza, che
ha la propria sede adiacente a quella del 48°.
Così la
visita attiva è giunta al termine e ci è rimasto il tempo per
il pranzo presso la mensa unificata, come ormai in tutte le caserme,
appaltata a civili.
Durante il pranzo i nostri ospiti ci hanno
raccontato vari aneddoti ed esperienze vissute durante le missioni
operative svolte sui vari fronti dove il 7° reggimento ha operato, dal
Libano all’Iraq, dal Kosovo all’Albania fino all’Afghanistan, dove
ancora è presente del personale del reparto che in questi 15 anni di
vita ha effettuato circa 30.000 ore di volo in Italia e circa 6.000
all’estero.
Per finire una piccola nota di colore: andate alla mensa
dell’Esercito, qui rispetto a quelle dell’Aeronautica si servono anche
bevande alcooliche.
Grazie a
tutto il gentilissimo personale del 7° Reggimento Aves Vega di
Rimini, per l’ospitalità e la splendida visita che ci ha concesso.
Moreno Bartolucci
Presidente Ass.ne Modellisti Chiaravallesi.
Foto: Enrico Di Stefano, Giacomo Allegri, Giacomo Pacenti, Moreno Bartolucci