VISITA ALLA 46 AEROBRIGATA "ANGELUCCI" DELL' A.M.I. - PISA 
10/05/2012

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Il 10 maggio, dopo una lunga fase di pianificazione e di maturazione, un gruppo di 18, tra soci dell’A.M.C. e propri familiari, si è recato a Pisa in visita all’unica Aerobrigata tutt’ora operativa nell’ambito della nostra Arma Aerea. La procedura di richiesta di visita ai reparti dell’A.M.I. si è irrigidita ultimamamente e quindi sotto questo punto di vista la nostra attesa è stata piuttosto lunga.                       

Ma alle 5,00 di mattina, nessuno di noi pensa più a questo aspetto ma pregusta la giornata che ci aspetta. Il clima è splendido e resterà tale per tutta la giornata. Il lungo viaggio, termina all’aeroporto San Giusto di Pisa senza patemi, a perte il micidiale tratto stradale di Valfrabbica che non siamo riusciti ad evitare.

Ad attenderci ci sono due novelli Tenenti Pilota, freschi di conseguimento delle Ali, ma assolutamente digiuni riguardo la conoscenza del reparto, essendo stati assegnati solo di recente alla 46° e sono ancora in attesa di iniziare il corso di formazione per ciò che li aspetta. Due ragazzi impagabili da un punto di vista umano, ma come vedremo la loro inesperienza contribuirà a rendere questa visita piuttosto insoddisfacente alla fine.

-La 46° Aerobrigata attualmente è l’unico reparto di trasporto logistico- e tattico della nostra Aviazione Militare. I suoi ruoli prevedono anche l’impiego nelle situazioni derivanti da eventi naturali, compiti di supporto alla protezione civile e di trasporto sanitario. Non ultimo il ruolo di trasporto e lancio per le nostre truppe aviotrasportate, anch’esse opportunamente dislocate tra Livorno e Pisa. Il coinvolgimento dell’Italia in numerose missioni umanitarie e di guerra all’estero, fa sì che questo reparto effettui il numero di ore di volo più alto di tutta la nostra Aeronautica, dato anche il profilo delle missioni, spesso lunghe, con destinazioni anche  extracontinentali. Nell’ambito di questo reparto si svolgono anche tutte le attività formative per gli equipaggi destinati agli aeromobili da trasporto. Le capacità addestrative sono tali che anche il personale di numerose aviazioni militari estere vengono a svolgere le loro attività formative presso le strutture della 46° Aerobrigata.

L’unità consta di ben 22 Lockheed-Martin Hercules C-130J, nella versione lunga e corta ed inoltre da alcuni anni, uno dei 3 gruppi di volo su cui è strutturata (2°, 50°, 98°), il 98° ha ricevuto l’italianissimo C-27J Spartan per ruoli più tattici. Alcuni  aerei sono attualmente rischierati ad Herat in Afghanistan ed a Dubai, per prestare il necessario supporto aereo logistico ai nostri reparti in missione di pace in quella tormentata area.-- Inoltre costantemente almeno un C-130 si trova negli Stati Uniti per attività addestrative e di supporto agli altri reparti dell’A.M.I in addestramento in Nevada.              

Tutte queste attività hanno fatto raggiungere in soli 11 anni di impiego, le 100.000 ore di volo ai C-130 del reparto. Il personale di questo reparto è quello che vola di più in assoluto e tutto questo fermento di attività si rispecchia anche nelle strutture della base che sono le più moderne e le meglio mantenute rispetto a tutti gli altri aeroporti militari italiani che abbiamo visitato, dove la parte muraria è piuttosto “vintage”.  Qui ci sono strutture moderne e si respira un’aria operosa, anche se l’apparente “pacatezza” dei pluri motore turboelica farebbe pensare al contrario. -Lo stesso aeroporto di Pisa San Giusto che giurisdizionalmente è militare, di fatto ha concessioni a linee aeree civili tali, da renderlo per traffico, il 5° aeroporto nazionale. Ed in effetti è stato un susseguirsi di movimenti aerei civili durante la nostra permanenza.
Anche un “grave” C-130J si è alzato in volo intorno all’ora di pranzo. -- La cronaca della nostra visita può riprendere dal momento in cui 3 delegati della “pattuglia” vengono ricevuti dal Gen. Comandante dell’Aerobrigata, che porge gli onori di casa, illustrandoci brevemente i compiti istituzionali del reparto e le sue valutazioni. Il Generale risponde esaustivamente ad alcune nostre domande. Al termine lo scambio di omaggi. In cambio del nostro gagliardetto riceviamo un bellissimo volume edito dall’A.M.I. per celebrare le 100.000 ore di “Ercole”, alias il C-130,-- comunemente conosciuto come Hercules appunto. Ci è stato spiegato che la 46° è appunto un’Aerobrigata in quanto comprende 3 Gruppi di Volo e di conseguenza è comandata da un generale di Brigata Aerea. Gli Stormi invece sono tali, in quanto sono costituiti da soli 2 Gruppi di volo. In questo caso il Comandante del reparto è un Colonnello. Le premesse sono buone. Alla saletta conferenze del Circolo Sottufficiali ci attendono gli altri amici per il consueto briefing conoscitivo del reparto, accompagnato dalla proiezione di un DVD (aggiornato al 2008) sull’ Aerobrigata. Tappa successiva è il reparto Meteo. In questo caso grazie alla capacità retorica dell’Ufficiale addetto, la visita diventa molto interessante ed è seguita con attenzione. Anche in questo caso l’ufficio è abbastanza impegnato, in quanto le previsioni sono fornite anche a tutti gli equipaggi dei voli civili di linea. In verità il 10 maggio non è stato per gli uomini meteo un giorno molto impegnativo. Le uniche nuvole presenti in Europa, insistevano sull’Inghilterra, come mostrato dalle immagini provenienti dal satellite. Passaggio successivo, il centro di addestramento al volo simulato.- In un modernissimo e funzionale edificio sono installati i due simulatori di volo “full motion”; uno del C130 e l’altro del C-27J. Entrambi erano al lavoro e di conseguenza abbiamo solo potuto vedere il loro “cieco” movimento dall’esterno. Però un esperto capitano a questo punto interviene in nostro soccorso e facendo letteralmente “sloggiare” alcuni tecnici che stavano simulando dei guasti, ci fa vedere e provare il cosiddetto simulatore statico dell’abitacolo dell’Hercules.-  Di fatto è uguale in tutto e per tutto all’originale ma ovviamente non ha funzionalità di simulazione della navigazione aerea, ma consente solo di provare le operazioni eseguibili ai comandi. -Questo ufficiale ci racconta dal vivo le sue esperienze che hanno spaziato in tutti i 6 continenti. Sei perché comprende anche l’Antartide, dove i nostri hanno operato e sperano di tornare ad operare, in supporto al centro ricerche del CNEN, presente nel continente bianco. Intanto si è fatto tardi ed ancora non abbiamo visto, se non da lontano, neanche un velivolo del reparto. E qui vengono le noti dolenti. Si perché ovviamente per noi modellisti la parte forte è rappresentata dal hardware. Le foto che normalmente raccogliamo sono quelle che ci potrebbero aiutare a costruire il nostro modello in scala. Purtroppo veniamo portati in linea di volo, dove sono presenti 4 quadrimotori Hercules, ma dove i motori sono solo 8.-- Infatti le due macchine che possiamo vedere e fotografare da vicino e su cui possiamo salire a bordo, sono desolatamente senza motori. Le altre sono off-limits perché pronte per il decollo. --
I due giovani ufficiali che ci accompagnano, purtroppo non hanno l’autorevolezza per consentirci di visitare il reparto manutenzione che visto --da fuori e da debita distanza, sembra il “Paese delle meraviglie”, pieno di velivoli in vari stadi di manutenzione e numerose parti interessantissime smontate. Problemi di sicurezza “fisica” non ci consentono di entrare. Si teme che si possa inciampare nel materiale sparso a terra procurandoci del male. Premurosi! Ma ahimè la visita ai velivoli termina così in fretta che anche le foto che portiamo a casa sono bene poche.
La visita all’interno di un Hercules, con la possibilità di sedere ai comandi,---- in un abitacolo surriscaldato come una serra, ci consola parzialmente. Lo spazio all’interno della fusoliera è talmente enorme che da la sensazione di trovarsi in una caverna; di fatto uno di noi ci ha perduto un paio di occhiali da vista.---- Anche l’unico decollo di un velivolo miitare ci viene negato, dopo aver assistito, da debita distanza alla procedura di avvio dei motori. Per quanto riguarda il C27J, è stato possibile vederne un esemplare parcheggiato all’esterno, ma anch’esso da distanza siderale.
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Morale sotto i tacchi; dopo un passaggio in sala navigazione, non ci resta che dirigerci alla mensa ufficiali, dove dobbiamo dire si mangia bene. In questo aeroporto non c’è una mensa unificata per tutto il personale come negli Stormi, in quanto ci sono oltre 1.200 persone che operano e quindi la permanenza di una mensa ufficiali e sottufficiali è giustificata.

Abbiamo avuto modo di incontrare a pranzo un capitano pilota di Jesi che conoscevamo, con all’attivo oltre 6.000 ore di volo sul C130! Attualmente è istruttore alla 46° e quindi ha meno occasioni di volare. La mattina della nostra visita era con degli allievi del Qatar al simulatore del velivolo che abbiamo visto dall’esterno. Non ci ha potuti raggiungere come avrebbe voluto e come noi speravamo, per spiegarci magari dal vivo il C130 a bordo. I due ufficiali che ci hanno accompagnato, non avendo ancora iniziato la loro formazione, non conoscevano quasi nulla di questa straordinaria macchina. Durante il caffè di commianto abbiamo incontrato un altro tenente pilota di Maiolati ed abbiamo appreso che sono presenti  almeno un altro paio di piloti marchigiani in questa gloriosa unità.

vagone volante-A Pisa è presente un C119 “Vagone volante” conservato purtroppo all’esterno, esposto all’aggressione degli elementi e del guano degli uccelli. Abbiamo potuto fare qualche scatto a questo velivolo solo dalla rete perimetrale, tanto per lasciare Pisa con il rimpianto di una visita che non è stata pari alle nostre aspettative. Ovviamente i motivi sono tutti validi e giustificati e quindi la nostra riconoscenza al personale della 46° Aerobrigata che ci ha ospitati, è comunque massima e incondizionata.

Un giro in città, e la visita alla bellissima Piazza dei Miracoli suggella la nostra permanenza a Pisa. E qui abbiamo toccato con mano, se ce ne fosse stato bisogno, che i nostri monumenti, Costa Concordia o meno, tirano ancora di brutto!!


PisaPisa

Testo: Moreno Bartolucci

Foto: Giacomo Pacenti e       Giuseppe Tozzi








 
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