Il
10 maggio, dopo una lunga fase di pianificazione e di maturazione, un
gruppo di
18, tra soci dell’A.M.C. e propri familiari, si è recato a Pisa in
visita
all’unica Aerobrigata tutt’ora operativa nell’ambito della nostra Arma
Aerea.
La procedura di richiesta di visita ai reparti dell’A.M.I. si è
irrigidita
ultimamamente e quindi sotto questo punto di vista la nostra attesa è
stata
piuttosto lunga.
Ma
alle 5,00 di mattina, nessuno di noi pensa più a questo aspetto ma
pregusta la
giornata che ci aspetta. Il clima è splendido e resterà tale per tutta
la
giornata. Il lungo viaggio, termina all’aeroporto San Giusto di Pisa
senza
patemi, a perte il micidiale tratto stradale di Valfrabbica che non
siamo
riusciti ad evitare.
Ad
attenderci ci sono due novelli Tenenti Pilota, freschi di conseguimento
delle
Ali, ma assolutamente digiuni riguardo la conoscenza del reparto,
essendo stati
assegnati solo di recente alla 46° e sono ancora in attesa di iniziare
il corso
di formazione per ciò che li aspetta. Due ragazzi impagabili da un
punto di
vista umano, ma come vedremo la loro inesperienza contribuirà a rendere
questa
visita piuttosto insoddisfacente alla fine.
La
46° Aerobrigata attualmente è l’unico reparto di trasporto logistico
e tattico
della nostra Aviazione Militare. I suoi ruoli prevedono anche l’impiego
nelle
situazioni derivanti da eventi naturali, compiti di supporto alla
protezione
civile e di trasporto sanitario. Non ultimo il ruolo di trasporto e
lancio per
le nostre truppe aviotrasportate, anch’esse opportunamente dislocate
tra
Livorno e Pisa. Il coinvolgimento dell’Italia in numerose missioni
umanitarie e
di guerra all’estero, fa sì che questo reparto effettui il numero di
ore di
volo più alto di tutta la nostra Aeronautica, dato anche il profilo
delle
missioni, spesso lunghe, con destinazioni anche
extracontinentali. Nell’ambito di questo reparto si
svolgono
anche tutte le attività formative per gli equipaggi destinati agli
aeromobili da
trasporto. Le capacità addestrative sono tali che anche il personale di
numerose
aviazioni militari estere vengono a svolgere le loro attività formative
presso
le strutture della 46° Aerobrigata.
L’unità
consta di ben 22 Lockheed-Martin Hercules C-130J, nella versione lunga
e corta
ed inoltre da alcuni anni, uno dei 3 gruppi di volo su cui è
strutturata (2°,
50°, 98°), il 98° ha ricevuto l’italianissimo C-27J Spartan per ruoli
più
tattici. Alcuni aerei
sono attualmente
rischierati ad Herat in Afghanistan ed a Dubai, per prestare il
necessario
supporto aereo logistico ai nostri reparti in missione di pace in
quella
tormentata area.
Inoltre costantemente almeno un C-130 si trova negli Stati
Uniti per attività addestrative e di supporto agli altri reparti
dell’A.M.I in
addestramento in Nevada.
Tutte
queste attività hanno fatto raggiungere in soli 11 anni di impiego, le
100.000
ore di volo ai C-130 del reparto. Il personale di questo reparto è
quello che
vola di più in assoluto e tutto questo fermento di attività si
rispecchia anche
nelle strutture della base che sono le più moderne e le meglio
mantenute
rispetto a tutti gli altri aeroporti militari italiani che abbiamo
visitato,
dove la parte muraria è piuttosto “vintage”.
Qui ci sono strutture moderne e si
respira un’aria operosa, anche se l’apparente “pacatezza” dei pluri
motore turboelica
farebbe pensare al contrario.
Lo
stesso aeroporto di Pisa San Giusto
che
giurisdizionalmente è militare, di fatto ha concessioni a linee aeree
civili
tali, da renderlo per traffico, il 5° aeroporto nazionale. Ed in
effetti è
stato un susseguirsi di movimenti aerei civili durante la nostra
permanenza.
Anche un “grave” C-130J si è alzato in volo intorno all’ora
di pranzo.
La
cronaca della nostra visita può riprendere dal momento in cui 3
delegati della
“pattuglia” vengono ricevuti dal Gen. Comandante dell’Aerobrigata, che
porge
gli onori di casa, illustrandoci brevemente i compiti istituzionali del
reparto
e le sue valutazioni. Il Generale risponde esaustivamente ad alcune
nostre
domande. Al termine lo scambio di omaggi. In cambio
del nostro gagliardetto
riceviamo un bellissimo volume edito dall’A.M.I. per celebrare le
100.000 ore
di “Ercole”, alias il C-130,
comunemente conosciuto come Hercules appunto. Ci è
stato spiegato che la 46° è appunto un’Aerobrigata in quanto comprende
3 Gruppi
di Volo e di conseguenza è comandata da un generale di Brigata Aerea.
Gli
Stormi invece sono tali, in quanto sono costituiti da soli 2 Gruppi di
volo. In
questo caso il Comandante del reparto è un Colonnello. Le
premesse sono buone. Alla saletta conferenze del Circolo Sottufficiali
ci
attendono gli altri amici per il consueto briefing conoscitivo del
reparto,
accompagnato dalla proiezione di un DVD (aggiornato al 2008) sull’
Aerobrigata.
Tappa successiva è il reparto Meteo. In questo caso grazie alla
capacità
retorica dell’Ufficiale addetto, la visita diventa molto interessante
ed è
seguita con attenzione. Anche in questo caso l’ufficio è abbastanza
impegnato,
in quanto le previsioni sono fornite anche a tutti gli equipaggi dei
voli
civili di linea. In verità il 10 maggio non è stato per gli uomini
meteo un
giorno molto impegnativo. Le uniche nuvole presenti in Europa,
insistevano
sull’Inghilterra, come mostrato dalle immagini provenienti dal
satellite. Passaggio
successivo, il centro di addestramento al volo simulato.
In un modernissimo e
funzionale edificio sono installati i due
simulatori di volo “full motion”; uno del C130 e l’altro del C-27J.
Entrambi
erano al lavoro e di conseguenza abbiamo solo potuto vedere il loro
“cieco”
movimento dall’esterno. Però un esperto capitano a questo punto
interviene in
nostro soccorso e facendo letteralmente “sloggiare” alcuni tecnici che
stavano
simulando dei guasti, ci fa vedere e provare il cosiddetto simulatore
statico
dell’abitacolo dell’Hercules.
Di fatto è
uguale in tutto e per tutto
all’originale ma ovviamente non ha funzionalità di simulazione della
navigazione
aerea, ma consente solo di provare le operazioni eseguibili ai comandi.
Questo
ufficiale ci racconta dal vivo le sue esperienze che hanno
spaziato in
tutti i 6 continenti. Sei perché comprende anche l’Antartide, dove i
nostri
hanno operato e sperano di tornare ad operare, in supporto al centro
ricerche
del CNEN, presente nel continente bianco. Intanto
si è fatto tardi ed ancora non abbiamo visto, se non da lontano,
neanche un
velivolo del reparto. E
qui vengono le noti dolenti. Si perché ovviamente per noi modellisti la
parte
forte è rappresentata dal hardware. Le foto che normalmente raccogliamo
sono quelle
che ci potrebbero aiutare a costruire il nostro modello in scala.
Purtroppo
veniamo portati in linea di volo, dove sono presenti 4 quadrimotori
Hercules,
ma dove i motori sono solo 8.
Infatti
le due macchine che possiamo
vedere e fotografare da vicino e su cui possiamo salire a bordo, sono
desolatamente senza motori. Le altre sono off-limits perché pronte per
il
decollo.
I
due giovani ufficiali che ci accompagnano,
purtroppo non hanno
l’autorevolezza per consentirci di visitare il reparto manutenzione che
visto
da
fuori e da debita distanza, sembra il “Paese delle meraviglie”,
pieno di
velivoli in vari stadi di manutenzione e numerose parti
interessantissime
smontate.
Problemi di sicurezza “fisica” non ci
consentono di entrare. Si
teme che si possa inciampare nel materiale sparso a terra procurandoci
del
male. Premurosi! Ma ahimè la visita ai velivoli termina così in fretta
che
anche le foto che portiamo a casa sono bene poche.
La visita
all’interno di un Hercules, con la possibilità di sedere ai comandi,
in
un
abitacolo surriscaldato come una serra, ci consola parzialmente. Lo
spazio all’interno della fusoliera è talmente enorme che da la
sensazione di
trovarsi in una caverna; di fatto uno di noi ci ha perduto un paio di
occhiali
da vista.
Anche l’unico decollo di un velivolo miitare ci viene negato, dopo aver
assistito, da debita distanza alla procedura di avvio dei motori. Per
quanto
riguarda il C27J, è stato possibile vederne un esemplare parcheggiato
all’esterno, ma anch’esso da distanza siderale.
Morale
sotto i tacchi; dopo un passaggio in sala navigazione, non ci resta che
dirigerci alla mensa ufficiali, dove dobbiamo dire si mangia bene. In
questo
aeroporto non c’è una mensa unificata per tutto il personale come negli
Stormi,
in quanto ci sono oltre 1.200 persone che operano e quindi la
permanenza di una
mensa ufficiali e sottufficiali è giustificata.
Abbiamo
avuto modo di incontrare a pranzo un capitano pilota di Jesi che
conoscevamo,
con all’attivo oltre 6.000 ore di volo sul C130! Attualmente è
istruttore alla
46° e quindi ha meno occasioni di volare. La mattina della nostra
visita era
con degli allievi del Qatar al simulatore del velivolo che abbiamo
visto
dall’esterno. Non ci ha potuti raggiungere come avrebbe voluto e come
noi
speravamo, per spiegarci magari dal vivo il C130 a bordo. I due
ufficiali che
ci hanno accompagnato, non avendo ancora iniziato la loro formazione,
non
conoscevano quasi nulla di questa straordinaria macchina. Durante il
caffè di
commianto abbiamo incontrato un altro tenente pilota di Maiolati ed
abbiamo appreso
che sono presenti almeno
un altro paio
di piloti marchigiani in questa gloriosa unità.
A
Pisa è presente un C119 “Vagone volante” conservato purtroppo
all’esterno,
esposto all’aggressione degli elementi e del guano degli uccelli.
Abbiamo potuto fare qualche scatto a questo velivolo solo dalla rete
perimetrale, tanto per lasciare Pisa con il rimpianto di una visita che
non è
stata pari alle nostre aspettative. Ovviamente i motivi sono tutti
validi e
giustificati e quindi la nostra riconoscenza al personale della 46°
Aerobrigata
che ci ha ospitati, è comunque massima e incondizionata.
Un
giro in città, e la visita alla bellissima Piazza dei Miracoli suggella
la
nostra permanenza a Pisa. E qui abbiamo toccato con mano, se ce ne
fosse stato
bisogno, che i nostri monumenti, Costa Concordia o meno, tirano ancora
di
brutto!!
Testo:
Moreno Bartolucci
Foto: Giacomo Pacenti e Giuseppe Tozzi