VISITA AL 32° STORMO DI AMENDOLA (FG)
 LA CASA DEL CONTROVERSO F35, IN ITALIA

11 Aprile 2018


Visita Amendola
L'11 Aprile una pattuglia di soci della nostra Associazione ha potuto visitare la base di Amendola in provincia di Foggia. Il secondo aeroporto militare più grande d'Europa, dopo quello tedesco di Ramstein.
L'aeroporto venne costruito semplicemente coprendo ettari ed ettari di terreno della fertile Capitanata di grelle nel 1943.

Da qui partivano bombardieri alleati verso tutta Europa per le loro missioni.


Nel 1947 gli USA “donarono” la base alla Aeronautica Militare Italiana. Foto 14 Il primo F35A, versione per l'A.M.I., arrivò ad Amendola nel dicembre del 2016, in una base completamente rinnovata nelle strutture, nella pista ed ancora un cantiere aperto in occasione della nostra visita. 

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L'F35 in realtà non mi piace per le sue caratteristiche aviatorie non eccelse in nessun particolare impiego. Però in fatto di tecnologia è super. Il top del top.
I problemi principali di messa a punto hanno riguardato il software, perché è' un aereo “in rete” con tutta una serie di interlocutori connessi ed i conseguenti problemi di sicurezza dati che ne derivano; oltre a tutta una serie di altri problemi. Nella nuova base, non a caso l'edificio più importante è quello dedicato alla gestione informatica di tutto il sistema.--
 Essendo multiruolo può svolgere diversi profili di missione.
Ma la sua modernità risiede nel fatto di non dover pre-configurare i diversi sistemi a seconda della missione che andrà a svolgere; può cambiare continuamente profilo condividendo i dati dal sistema.



-- Chiaramente a livello di armamento è vincolato a quanto caricato nella stiva armamenti, completamente celata da portelli, sempre per motivi di visibilità alla traccia radar, in quanto il velivolo ha caratteristiche stealth spinte.

La sua superficie, compresa la vernice, è studiata per riflettere l'immagine radar il meno possibile.

E' tutto molto esasperato. Non si può nemmeno toccare con le mani nude perchè il grasso lasciato dalla pelle, compromette la sua "invisibilità".

Le superfici sono disseminate di tante strisce di nastro adesivo anch’esso, dicono, sofisticatissimo, a sigillare alcune pannellature.

L'abbiamo visto decollare e atterrare dopo vari passaggi. -- Non ha necessità di usare postbruciatori in questa fase. Genererebbe troppo calore ed in termini di potenza non è necessario; in ogni caso la rumorosità è notevole; qualcosa di simile al vecchio caro Phantom, che ricordo era bimotore.
L’asfalto stesso della pista è stato rifatto completamente per reggere il notevole calore sviluppato dall’ugello di scarico. Ed in questi termini peggio sarà con la versione B a decollo verticale in arrivo, destinati alla Marina.
E’ assolutamente proibito fotografarlo in queste azioni come in quasi tutto del resto. 
La cosa più incredibile che ci è stata descritta è il casco, attraverso il quale il pilota svolge la maggior parte del suo lavoro. Riesce a leggere e chiedere informazioni alla macchina, semplicemente spostando lo sguardo. Visore a 360° sulla visiera e possibilità di guardarsi anche attraverso il corpo, vedendo quello che c'è sotto l'aereo.

Dopo un passaggio allo “spaccio” del reparto di volo, ci siamo spostati intorno al lunghissimo perimetro aeroportuale per raggiungere il 28° Gruppo, investito del compito di usare i droni.  --

Anche questi off limits in fatto di fotografare. Ma grazie a dei ciceroni molto preparati e disponibili a spiegare, la visita è stata molto interessante e piacevole.
Aeronauticamente sono una specie di libellule.
I droni vengono "pilotati" da una base collocata in container, posizionati in un area delimitata, all'interno di uno spazio delimitato; all'interno ci sono una sorta di simulatori, ed un equipaggio composto da pilota (con brevetto di pilota che deve mantenere aggiornato pilotando dei Macchi MB339) e da specialisti nell'interpretazione dei video e dati trasmessi dall'apparecchio, navigatore ed altri a seconda dei casi.
I dati provenienti dal velivolo possono essere letti e visti in diretta in varie parti del mondo, da chi interessato/autorizzato.
L'A.M.I. non lì impiega in missione d'attacco, ma potenzialmente possono essere armati e nel caso c'è uno specialista "a bordo".
Sono stati usati per impieghi di varia natura, come mappare i territori terremotati, per sorvegliare il giubileo, il G7 e sono usati in missioni di polizia con compiti di followers di sospetti, riuscendo in pratica a leggere dettagli molto piccoli, come targhe ecc., grazie a sistemi di visione incredibili!
In fase di decollo/atterraggio e fino ad un massimo di 100 miglia sono radiocomandati e lo stesso sistema può essere usato per la trasmissione dati.
Il radiocomando è indispensabile in queste fasi perchè agisce in tempo reale. Oltre tale distanza vengono pilotati con comando satellitare, potenzialmente in qualsiasi parte del globo.
In questo caso i comandi hanno un tempo di risposta di circa 1,7 secondi.
Questo in fase di decollo e atterraggio ovviamente non va bene.
Hanno un'autonomia di volo fino a 24 o 30 ore, a seconda dei modelli; ce ne sono 2 infatti. il cosiddetto "equipaggio" invece viene ruotato ogni 2 ore.
Grazie al satellite ed alla loro autonomia potrebbero tranquillamente essere inviati dall'Italia in missione che so:sul Golfo Persico!
Il 32° Stormo ha un distaccamento a Sigonella, dove sono presenti anche velivoli americani di questo tipo, possiamo immaginare come e dove sono impiegati. Magari pilotati da Washington!! 

-- Come detto abbiamo 2 tipi di Predator, l'A e il B.
Il primo più piccolo con motore a scoppio di 115CV e 30 h di autonomia peso circa 1.200 chili, come una Golf circa.
L'altro con motore turbo-elica, 950Cv, 24 ore di autonomi. Entrambi hanno carrelli retrattili. Ali larghissime oltre i 20 m. per il più grande, che conferiscono capacità di veleggiatori paragonabili a quelle di un aliante, da cui la grande autonomia.
Quota di volo fino a 13 Km di altezza da cui con immagini 4K ti vedono i peli della barba!!!
In una zona prossima alla mensa dell'Aeroporto è ubicato un piccolo ma interessantissimo museo della base, dove tra le altre cose sono conservati un abitacolo di un AMX biposto e diversi tipi di armamenti. 
--All'esterno del museo, ci sono vari aerei che hanno equipaggiato le unità dell'A.M.I. Che nel tempo hanno operato da Amendola, particolarmente in ruoli di addestramento. Un Vampire montato su pilone, G91 di diverse versioni specialcor ed un AMX con un'improbabile livrea commemorativa desertica, di un Macchi C-202 della 2° Guerra Mondiale.   - -

Al ritorno ci siamo fermati a Vasto, sulla costa del sud dell'Abruzzo, bella località balneare, arroccata su uno sperone, a coronamento di una piacevolissima giornata, che tutti vorremmo ripetere al più presto. --








 
  
 

 
 

     

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