LE MARCHE E LA GRANDE GUERRA

1915 - 1924

                                                                       


  Ricerche storiche e redazionali eseguite da Stefano Bardi

1. Marche 1915-1918
(ricerche storiche e redazionali eseguite da Stefano Bardi) Le Marche giolittiane: le Marche, prima dell’avvento di Giovanni Giolitti – fra l’Ottocento e il Novecento, – era una Regione mezzadra e campagnola, pacata, laboriosa, ed “estranea” alla politica nazionale.
È solo con l’avvento dell’era giolittiana, che la nostra Regione si avvicina di più alla politica, e questo cambiamento fu dovuto alla prima imprenditorializzazione, alla stabilizzazione della depressione mezzadra, all’allargamento del fiume trasmigratorio, e all’innalzamento dell’istruzione popolare.
Le Marche giolittiane scelsero la strada della politica Liberale.
Durante l’era giolittiana, il Movimento Operaio fu uno dei principali protagonisti della vita politica marchigiana.
Questo Movimento sentì l’esigenza e il bisogno, di risorgere a nuova vita e allo stesso tempo, di creare armi di protezione e di contrattacco nella lotta sociale e ci riuscì a pieno, attraverso la creazione delle Camere del Lavoro.
Il Movimento Operaio visse il suo maggiore momento di gloria, dal 1907 al 1909, ovvero durante la forte e selvaggia depressione economica, che fu caratterizzata da numerosi congedi.
Politica:
anche le Marche parteciparono attivamente agli eventi della Settimana rossa, la quale fu vista e concepita dai marchigiani, come una purificazione ideologica. Un evento che aprì la strada verso due direzioni politiche opposte, ovvero i guerrafondai ed i pacifisti.
I Partiti e i Movimenti politici delle Marche nel 1915-1918, erano rappresentati dai Repubblicani, con a capo Pietro Nenni, il quale credeva fortemente, nell’attuazione del cammino risorgimentale e in una nuova Europa.
Accanto ai Repubblicani c’erano i sostenitori della Destra, la quale parlava attraverso le parole del giornale “L’Ordine”, diretto da Vittorio Vettori.
Altre due ideologie forti erano costituite dagli Anarchici, che parlavano attraverso le parole del giornale “Volontà”, diretto da Luigi Fabbri e i Socialisti, con a capo Alessandro Bocconi. Partiti e Movimenti, che durante la Grande Guerra, non ebbero mai un grande successo e seguito di persone.
Parte dell’opinione pubblica infatti da un lato glorificò la trincea, dall’altro invece, decise di sposare la strada del disaccordo al ricorso alla guerra.
Donne:
la Grande Guerra nelle Marche fu importante anche per l’universo femminile, poiché alcune donne iniziarono a svolgere impegni inediti per loro.
Alcune di esse durante il periodo bellico, lavorarono nelle industrie belliche, percependo uno stipendio maggiore a quello degli uomini, e incarichi lavorativi eccellenti.
Accanto alle “operaie belliche”, le donne (alcune), saranno impiegate nelle amministrazioni comunali, nei servizi, e in prima persona come infermiere, nei campi militari in montagna o nelle trincee.
In verità però solo alcune ebbero il coraggio di andare contro la mentalità di quel tempo, la quale vedeva nell’uomo, l’unico e vero centro economico e sociale della famiglia, emarginando ed esiliando – nella vita politica e dagli affetti personali, – le donne.
L’educazione scolastica era solo per le donne aristocratiche, benestanti, mentre invece, le campagnole e le donne delle classi povere, non potevano permetterselo.
Allora la maggior parte delle donne durante la Grande Guerra, com’era impiegata?
In prevalenza la donna era impegnata nella mezzadria, la quale aveva una percentuale attiva del 30,5%. Queste contadine erano concepite dagli uomini e dalla società marchigiana, solo e unicamente come delle “fabbriche” di figli e delle serve da comandare, ma va anche riconosciuto un grande merito, che è quello del loro impegno in prima persona, nelle attività industriali più proficue (tessitura, imballaggio, maglieria, produzione di cappelli di paglia).
Concludo su questo settore tematico, riportando il fatto, che tra i 10.650 mezzadri deceduti, 1.863 spariti, 13.769 feriti, e 1.853 minorati, per causa di guerra, ci furono anche le donne.
Economia bellico-societaria: la selvaggia crescita dei prezzi e la scarsa disponibilità di alimenti, causarono un fortissimo calo dei consumi, che riguardò soprattutto le famiglie, con componenti chiamati alle armi.
A questa si deve aggiungere una forte instabilità demografica con una forte crescita dei decessi, causati, dall’insufficiente protezione sanitaria, davanti a casi come la tubercolosi e la “spagnola”.
Dal 1915 al 1918 nelle Marche si ebbero solo 4.175 matrimoni e 28.139 nascite. Nel frattempo, nasceranno e si formeranno, attorno alle medie-grandi città marchigiane più vitali, degli importanti complessi produttivi, come ad esempio le officine metalmeccaniche (Jesi), le cave di zolfo (Pesaro), le manifatturiere (Chiaravalle), e i cantieri marittimi (Ancona).
In particolar modo però, l’economia marchigiana della Grande Guerra, si concentrò sulle manifatture e sulle produzioni di beni primari, a discapito delle officine e delle fabbriche belliche, che non ebbero mai nelle Marche, delle vere opportunità di crescita e sviluppo, a largo raggio.
Unici esempi di una certa importanza furono la Benelli, la Cecchetti, la Montecatini, le fabbriche di munizioni a Tolentino, e il cantiere navale di Ancona.
La diffusione della “spagnola”: questa malattia provoca la morte per difficoltà bronco-respiratorie, spesso affiancata da infezioni basilari.
Venne chiamata “spagnola” per la grande diffusione che ebbe in Spagna, dove non ci fu la guerra!
Nelle Marche causò 8.234 decessi, con una percentualità del 13,6%.
I decessi colpirono soprattutto le donne fra i 15-40 anni, ovvero quei soggetti debilitati dall’alimentazione e dalle infezioni ricorrenti. Per difendersi da questa malattia, si procederà alla sanificazione delle case, delle vie cittadine, dei locali e dei luoghi pubblici, e dei borghi popolari. Inoltre saranno impedite le orazioni funebri, dalla messa alla tumulazione della salma nel camposanto.
Iconografia: a differenza della Seconda guerra mondiale, non esistono grandi reperti fotografici sulla Grande Guerra nelle Marche.
Alcune immagini arrivateci sono conservate nell’Archivio Comunale di Senigallia.
Queste immagini rappresentano i nascondigli, le basi logistiche, ma soprattutto, la vita nelle trincee, la quale è rappresentata in maniera assai realistica, attraverso le rappresentazioni degli ostacoli e delle pessime condizioni di vita dei militari.
Le trincee erano delle “fortificazioni difensive”, che consistevano in fossati rettangolari profondi, dove all’interno, i soldati restavano pressoché fermi, immersi dalla testa ai piedi nella melma e nella sporcizia, sferzati dal vento, dall’acqua, e dalla neve; uniche ulteriori protezioni a loro disposizione erano i sacchi pieni di sassi e/o di terra.
I corpi dei caduti venivano spesso lasciati a putrefarsi nei campi di battaglia e così facendo si verificava molte volte la contaminazione dell’aria con batteri infettivi.
Queste immagini iconografiche avevano ed hanno ancora oggi, il ruolo di rappresentare la “fratellanza di trincea”, che promuoveva il valore della fiducia fra i militi, la volontà di difendersi e di non emarginarsi tra loro, con l’esigenza di combattere per la medesima idea.
Accanto a queste immagini, ce ne sono altre, in cui si possono vedere i militi che scherzano e si divertono, che si raccolgono per le adunate, che trasportano le armi sulle montagne, e la loro vita all’interno della trincea, nei momenti di calma dai combattimenti
2. Marche 1919-1924:
Economia: Nell’immediato dopoguerra si visse una stagione di “abbandono”, causata dagli ostacoli, che impedivano di curare le ferite e le lacerazioni del tessuto economico, provocate dalla Grande Guerra. Vennero per altro introdotte delle innovazioni nell’agricoltura (aratro di ferro e perfosfato), e aumentò la produzione artigianale, grazie soprattutto, alla distribuzione dell’energia elettrica.
Nel primo dopoguerra la fabbrica di grandi produzioni, non riesce ancora a svilupparsi, lasciando così il posto, alle fabbriche a gestione familiare.
Una delle poche eccezioni era costituita dalla Manifattura Tabacchi di Chiaravalle, nella quale dal 1922 si produrranno anche le sigarette, le quali sostituiranno i trinciati.
Inoltre l’economia marchigiana del 1919-1924 si caratterizza per l’espansione dell’industria degli strumenti musicali e calzaturiera, per la nascita delle cooperative e come detto per la diffusione dell’energia elettrica. Moti civili e guerriglie:
Biennio rosso = rivolte popolari e guerrigliere.
Questo biennio nacque durante il cammino della Grande Guerra.
Creò rimorsi, estreme passioni, aspettative rinnovatrici, ebollizioni, ecc.
Sono da queste vicende, che, nascerà il Partito Comunista d’Italia (PCI).
Biennio nero = in questo periodo, il Fascismo fu visto dai piccoli e medi benestanti marchigiani, come l’unico e solo strumento in grado di far cessare, l’atmosfera d’instabilità e di panico del primo dopoguerra. Il fascismo in questo periodo, puntò al comando e al controllo assoluto, senza però basarsi, su motivazioni ideali; si basò principalmente sulla contrapposizione, fra il “nuovo” e il “vecchio”.
Nelle Marche il fascista si basò sul fideismo del capo, sul tema del fato secolare, e sulla sacralità della politica.
Il biennio fascista marchigiano, non fu affidato e gestito dai “ragionieri”, bensì, dagli squadristi, i quali rappresentavano nella gerarchia sociale solo e unicamente delle ombre, ed erano uomini, senza nessuna capacità politico-dirigenziale.
Donne:
nel 1921 grazie al giornale “Il Progresso Comunista”, anche le donne cominciano a farsi sentire.
Gli articoli di questo quotidiano, urlavano a squarcia gola, la totale parità sessuale e l’esigenza educativa e lavorativa, della donna.
Inoltre nel primo dopoguerra, la lotta della donna per il riconoscimento dei suoi diritti, simboleggiava la lotta economico-sessuale.
Sempre nel 1921 il giornale cambiò nome in “Bandiera Rossa”, il quale continuò la sua lotta in difesa delle donne, analizzando ancora di più nello specifico l’intero universo femminile, come per esempio le organizzazioni locali, le divulgazioni editoriali socio-ideologiche ed il lavoro.
Politica:
dal 1923 al 1924 dovette far fronte a quattro grandi problemi, che erano:
1) veterani e loro riassetto nella normalità;
2) rincaro del costo sulla vita;
3) mancanza di lavoro;
4) dicerie popolari.
La strada che intrapresero tutte le forze politiche del primo dopoguerra, fu quella di assecondare i sentimenti guerriglieri e di lusingare, i contadini e gli operai.
Tutte queste energie politiche erano rappresentate, da politicanti che non erano mai entrati in Parlamento, con un’età media intorno ai 43 anni, ed erano prevalentemente borghesi.
Forte presenza di Socialisti, Liberali, e Repubblicani.
Vapore e Lavoro:
1) Benelli = costruzione di pezzi per le macchine, per le moto, e per i fucili. Questi e altri lavori furono commissionati alla Benelli, da grandi nomi come Alfa Romeo e Fiat. Dal 1918 in poi, questa fabbrica produrrà solo ed esclusivamente moto;
2) Cecchetti = fabbricazione e realizzazione di bossoli, spolette, munizioni, e mine marittime. Accanto a queste produzioni, si devono anche ricordare la realizzazione di ponti di ferro e di vagoni ferroviari; grazie agli introiti bellici, la Cecchetti produrrà anche compressori, vernici, e stucchi;
3) Montecatini = fabbricazione di esplosivi, concimi, ed estrazione di zolfo;
4) Cantieri Navali Riuniti = costruzione di rimorchiatori, chiatte da carbone, e navi. Accanto a queste lavorazioni, nei Cantieri Navali Riuniti erano presenti (attivamente), fonderie e officine;
5) Società italiana carburo = centrali elettriche.


 

ASSOCIAZIONE MODELLISTI CHIARAVALLESI
                                                                                                                                    
 

ANCONA 1915-1918:

 

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CADUTI DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

(Ancona – Palazzo degli Anziani)

 

 

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PANCHINA BOLLETTINO DELLA VITTORIA PRIMA GUERRA MONDIALE

(Ancona – Piazza Cavour)

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STATUA FANTE PRIMA GUERRA MONDIALE

(Facoltà di Economia – ex Caserma Villarey)

 

 

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SAN CIRIACO FERITA:

ANCONA 23-24 MAGGIO 1915

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DANNI PRIVATI E PUBBLICI, ANCONA 23-24 MAGGO 1915

(Case Private e Stazione Ferroviaria)

 

 

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MOLE VANVITELLIANA AI GIORNI NOSTRI

(Ex Porto Marittimo dei Mas)

 

 

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BASTIONE S. AGOSTINO,  ANCONA 1915

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1917: BASE NAVALE POLA (CROAZIA)

 

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JESI 1914: HANGAR DIRIGIBILI

 

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1915: CATTURA E DISTRUZIONE DIRIGIBILE “CITTA’ DI JESI”

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CAPITANO DI CORVETTA LUIGI RIZZO

(Ancona, 12 febbraio 1918 – 27 ottobre 1918)

 

 

 

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EQUIPAGGIO IMPRESA DI PREMUDA

(10 giugno 1918, affondamento corazzata Szent Istvan (Santo Stefano))

 

 

 

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MAS 15 (Armando Gori e Luigi Rizzo) – MAS 21 (Giuseppe Aonzo)

(Impresa di Premuda – 10 giugno 1918, affondamento corazzata Santo Stefano)

 

 

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SOMMERGIBILE CLASSE “A”

 

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MAS AMERICANO

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LAPIDE COMMEMORATIVA LUIGI RIZZO

 

 

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CARTOLINA COMMEMORATIVA ANCONA 23-24 MAGGIO 1915

 


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TRENI ARMATI

CIMITERO DI SENIGALLIA:

LAPIDE COMMEMORATIVA DISPERSI MONITORE “A. CAPPELLINI”

 

 

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CANTIERE NAVALE ODIERNO POLA (CROAZIA)

 

 

 

 

Si ringrazia l’Ufficio Storico dell’Esercito di Roma, l’Ufficio Storico della Marina Militare di Roma, l’Archivio Storico della Guardia di Finanza di Roma, l’Archivio Storico del Corriere Adriatico, l’Archivio della Famiglia Rizzo, e l’Archivio di Stato di Ancona per le immagini qui riprodotte.

 

AMC Associazione Modellisti Chiaravallesi Piazza Pertini, 4/A - 60033 Chiaravalle (AN) C.F. 93099250420